Comunicati stampa Marsh — 14 January 2010

globalrisks2010

Il World Economic Forum ha pubblicato l’annuale report Global Risks 2010, evidenziando una serie di rischi significativi che hanno contribuito o sono stati acuiti dalla crisi finanziaria ed economica mondiale. Crisi fiscale e disoccupazione, calo degli investimenti nelle infrastrutture – specialmente nei settori energia e agricoltura – e malattie croniche sono state identificate come le aree di rischio cruciali dei prossimi anni. Altri rischi identificati come egualmente sistemici, e necessari di una governance più efficace a livello globale, sono i crimini internazionali, la corruzione, la scomparsa delle biodiversità e la vulnerabilità dei sistemi informatici.

Londra, 14 gennaio 2010 – Il World Economic Forum ha presentato l’annuale Global Risks 2010, il report annuale sui rischi più significativi circa i quali l’economia globale dovrà vigilare attentamente. Il report evidenzia come gli avvenimenti dell’ultimo anno hanno rivelato la fondamentale necessità di cambiare il modo di di concepire e agire in rapporto ai rischi globali.

Il Global Risks report viene pubblicato ogni anno in occasione del World Economic Forum Annual Meeting di Davos-Klosters ed è realizzato in partnership con Citigroup, Marsh & McLennan Companies (MMC), Swiss Re, il Wharton School Risk Center e Zurich Financial Services. Risultato di consultazioni annuali con esperti del mondo aziendale, accademico e politico, il Global Risks 2010 è alla sua quinta edizione che coincide con il 40° anniversario del Forum.

Considerando i livelli senza precedenti di interrelazione fra tutte le aree di rischio, il report rimarca come combattere i gap di governance globale dei rischi è oggi necessità prioritaria. Ciò può realizzarsi solo attraverso una revisione degli attuali valori e comportamenti da parte del mondo politico ed economico in un’ottica di miglioramento del coordinamento e della supervisione.

Robert Greenhill, Managing Director e Chief Business Officer al World Economic Forum, ha affermato che il Global Risks 2010 segnala le sfide che ci attendono: “I risultati del report confermano che dobbiamo affrontare le sfide generate dai livelli di interrelazione fra i rischi senza precedenti. La crisi finanziaria e la recessione che ne è seguita hanno dato origine ad uno scenario più vulnerabile in cui i rischi non monitorati possono trasformarsi nelle crisi di domani.”

Il Global Risks 2010 punta i riflettori sull’impatto della crisi fiscale e sulle implicazioni sociali e politiche dell’alto tasso di disoccupazione in molte delle maggiori economie come principale fonte di preoccupazione. In particolare, gli attuali modelli di tutela della salute, dell’istruzione e della disoccupazione sono stati sottoposti alla stretta severa della crisi fiscale, nonostante le implicazioni a lungo termine collegate all’aumento dell’aspettativa di vita.

““Gli accadimenti dell’ultimo anno hanno mostrato l’esistenza di rischi significativi nell’economia globale che devono essere monitorati” – afferma Daniel M Hofmann, capo economista di Zurich Financial Services – “Come contromisura alla crisi finanziaria, molti paesi si sono esposti al rischio di esasperare le proprie posizioni fiscali facendosi così carico di livelli di debito estremamente alti. Ciò può aumentare la pressione verso un innalzamento dei tassi d’interesse reali, determinando un rallentamento della crescita e mantenendo ancora alti i livelli di disoccupazione.

Più estesamente, il report segnala come l’impatto della recessione globale si evidenzi nel calo degli investimenti a lungo termine nelle infrastrutture, in particolare nei settori energia e agricoltura, e nell’aumento dei costi per il trattamento delle malattie croniche. Questi rischi “striscianti” non sono comparsi ovviamente nell’arco di una notte, ma la recessione ha limitato la capacità di combatterli efficamente da parte dei responsabili economici e di governo.

Ciò vale in particolare per l’energia, soprattutto alla luce dell’urgente bisogno di investimenti nelle infrastrutture.
Il recente calo dei prezzi del petrolio è stato favorevole per i consumatori, ma ha anche prodotto un taglio significativo degli investimenti nelle infrastrutture del settore energia e nei progetti sulle fonti energetiche rinnovabili” commenta John Drzik, CEO di Oliver Wyman, società del gruppo MMC – “Questo avviene in un momento in cui i governi , così come il mondo economico e i consumatori, sono alla ricerca di una fonte di energia sicura, di lungo periodo e che sia al tempo stesso sostenibile e a un costo ragionevole. La fragile economia globale è destinata a subire altri significativi shock legati al prezzo del petrolio se il calo degli investimenti proseguirà”.

Per i prossini 20 anni, stando a quanto afferma la Banca Mondiale, nel settore infrastrutture sarà necessario un investimento pari a 35 trilioni di dollari (US$)
“È una necessità particolarmente acuta per i settori agricoltura e sicurezza alimentare,” ha affermato Raj Singh, Chief Risk Officer di Swiss Re. Abbiamo la necessità di aumentare la produzione di cibo per nutrire una popolazione mondiale in crescita, considerando che già un miliardo di persone sono malnutrite. Miliardi di dollari dovranno essere spesi per approvvigionamenti idrici, forniture di energia, e per l’adozione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici e dei trasporti. I governi dovranno lavorare insieme al settore privato per far sì che questo possa accadere. Gli assicuratori potranno fornire gli strumenti di risk management che consentiranno di ottenere una maggiore stabilità finanziaria agli agricoltori e all’industria alimentare”.

Il report elenca inoltre i rischi rispetto ai quali il livello di consapevolezza e preparazione risulta ancora molto basso; fra questi compaiono il crimine internazionale, la corruzione, la vulnerabilità dei sistemi informatici e la scomparsa delle biodiversità.

Il Global Risks 2010 rileva che la risposta all’impatto della crisi finanziaria e alla conseguente recessione si è tradotta in una maggiore volontà di cooperare secondo strategie comuni e sviluppare una governance globale più efficace per affrontare i rischi del pianeta.

Tuttavia, Sheana Tambourgi, curatrice del report e Direttore Capo del Global Risk Network al World Economic Forum, sottolinea che: “I prossimi mesi metteranno alla prova la volontà di cooperare e affrontare i rischi globali dei rappresentanti di governo. Il semplice ritorno al concetto di ‘business as usual’ potrebbe dar luogo a serie implicazioni nel lungo periodo in molte aree di rischio.

 

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Davide Ciliberti
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