Corriere Economia del 22 febbraio 2016, il testo nella foto è parziale, si prega di leggerlo su Il Corriere della Sera

 

Necessario comunicare via immagini  e messaggi semplici per farsi comprendere da un target poco colto e distratto. La prima spiegazionesulle più diffuse tipologie di prodotti finanziari avvenga allo sportello, con un video tutorial

Negli scorsi giorni un  il Corriere della Sera affrontava il nodo dell’educazione finanziaria  per prevenire le crisi che,  sempre più di frequente,  attaccano i piccoli risparmiatori.

In tal senso si ragionava: “Gli sforzi delle autorità e delle banche non mancanoNel 2007 Bankitalia ha siglato un accordo con il ministero della Pubblica istruzione per aumentare il tasso di cultura finanziaria. Le singole banche come Unicredit a IntesaSanpaolo si sono molto dedicate al tema della formazione. In tal seno sia le istituzioni Come la Feduf (ABI) e le organizzazioni dei consumatori si sono trovate simbincamente d’accordo.

Eppure il salto di qualità non è ancora stato compiuto.

GLI ESPERTI: IL CORTOCIRCUITO E’ NELLA COMUNICAZIONE. SURROGARE LO SPORTELLISTA

 Sul perché ancora non c’è stato un salto di qualità prova a riflette  Cesare Casiraghi, pubblicitario tra i più esperti nella comunicazione finanziaria al pubblico (è il creativo che ha inventato la zucca di ING Direct e lanciato con le sue pubblicità aziende come CheBanca, Genialloyd, ecc.)

 “Ma, quanto emerge ancora dalla recenti vicende di  Banca Etruria e delle altre popolari  – ragiona Cesare Casiraghi – è che il corto circuito è nella comunicazione,  nella trasmissione e nella decodeficazione dei messaggi tra banca, cliente mediati dallo sportellista”. Lo stesso vice ministro  Zanetti ha evidenziato la rilevanza nella scelta dello sportellista in una puntata di Piazza Pulita del 21 gennaio scorso.

Da un lato le banche con i loro documenti, la cui comprensione necessita per forza un minimo di cultura della materia, che rispondono in pieno a tutti gli obblighi di  comunicazione volute dalla legge, dalle istituzioni finanziarie e dagli organi di vigilanza. Ma dall’altro lato il vi è il consumatore cui ricade l’onere di leggere e ben comprendere quanto gli viene sottoposto. Spesso documenti esaustivi ma molto al di sopra delle capacità o possibilità di vera comprensione dell’utente.

In mezzo ai due vi è lo sportellista che dovrebbe essere, il medium e il facilitatore della comunicazione, ma spesso – che come le cronache hanno dimostrato – ciò non è stato. Anche quando il funzionario fosse in  perfetta buonafede e adeguatamente preparato  “comunicare in maniera efficace e comprensibile vero una serie quotidiana di clienti quanto mai  eterogenei  richiede specifiche doti, un naturale talento che solo pochi fortunati possiedono” spiega ancora  Cesare Casiraghi.

Altre volte lo sportellista è poco capace, magari stanco o distratto o, peggio, in malafede

 

LA PROPOSTA: VIDEO TUTORIAL PER APPROCCIO SEMPLICE A QUESTIONI COMPLESSE

Ecco quindi la proposta oggi sulle colonne del Corriere: “Cercare di evitare la moltiplicazione delle iniziativa e utilizzare tecniche nuove come ad esempio dei veri e propri video  tutorial che consentirebbero un approccio più semplice a questioni complesse”.

“Il che potrebbe tradursi nel fatto che la generale spiegazione circa determinate e più diffuse  tipologie di prodotti finanziari avvenga, anche allo sportello, attraverso la visione di un breve video, oggi ne esistono anche di interattivi,  in quanto strumento più efficace nella comunicazione col pubblico – spiega Cesare Casiraghi, coautore della proposta. Un format standardizzato per tutti i player del mondo finanziario nei contenuti e nel linguaggio, che  spieghi al consumatore in maniera semplice, corretta, chiara ed esauriente, nonché agevoli la comprensione delle caratteristiche, dei rischi e dei costi dei prodotti finanziari offerti”

 

Con ciò non sostituendo, ma surrogando l’interazione allo sportello.

L’uso del tutorial ha inoltre l’aspetto positivo di permettere al potenziale acquirente, di condividere quel filmato o di rivederlo e provarlo a comprendere al meglio con amici più esperti, familiari, o altri professionisti di sua fiducia, ad esempio il commercialista. “E questo  – commenta Casiraghi – un primo passo verso un acquisto maggiormente consapevolo. Ed stimolando alla cultura finanziaria”.

Per le banche invece questo sistema potrebbe essere utile al fine di, innanzitutto sintonizzarsi al meglio sul linguaggio del proprio cliente eppoi di  “mettersi al riparo” da eventuali disfunzioni nella catena informativa che dai livelli centrali e passando per gli sportelli giunge al consumatore. E ottenere una desiderata corresponsabilità del sottoscrittore.

LEGA CONSUMATORI,  D’ACCORDO SU VIDEO: UTILE PER BANCHE E CLIENTI.
PERO’ SI INVESTA SULLA FORMAZIONE SCOLASTICA NELLA  MATERIA

Credo che la proposta del Corriere e del pubblicitario abbia senso e nell’immediato possa incidere in positivo. Un’informazione standard per tutti e al tempo stesso semplice, chiara diretta  e– soprattutto – inequivocabile, con i giusti contenuti magari a monte condivisi tra Istituzioni, banche e consumatori è un ottimo primo passo” commenta Stella Anastasi, Vice Presidente della Lega Consumatori.

 

Ma la sfida secondo me è ancora più ampia. Siamo di fronte ad un grande problema di cultura, quindi applaudo al titolo del Corriere che parla di ‘educazione come rimedio alla crisi’ – prosegue l’avvocato Anastasi – I consumatori da questo punto di vista devono comprende che fare un percorso che passo dopo passo li porti ad essere loro medesimi i protagonisti delle proprie scelte è la prima loro tutela.

In questo senso, partendo dal bello stimolo del Corriere e del pubblicitario vorrei sottolineare l’importanza di infondere questa cultura partendo già dalle scuole, tema sul quale la nostra Associazione spinge da tempo. Perchè se la missione della scuola è formare i giovani e preparali al futuro,  la cultura finanziaria, anche luce dell’attuale scenario di mercato che ci propone una crisi dopo l’altra, nella quale vittime sono poi i consumatori,  – conclude la vice Presidente della Lega dei Consumatori – deve essere assolutamente in agenda di Governo”.

  

FEDUF: BENE LO STRUMENTO MA INVESTIRE SULL’EDUCAZIONE

“Lo strumento indicato da Casiraghi è senz’altro corretto” – conferma anche Giovanna Boggio Robutti, Direttore Generale della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio– “perché il primo ostacolo da superare è quello della diffidenza verso una materia ritenuta troppo difficile e complessa, troppo da addetti ai lavori, E’ quindi necessario trovare strumenti capaci di catturare l’interesse attraverso un linguaggio semplice e poco formale.

Ma la domanda da porsi, prima ancora di pensare agli strumenti di comunicazione, è perché la maggioranza delle persone, a differenza di come si comporta di fronte alla scelta di un’auto, un computer o un cellulare, quando deve prendere decisioni relative ai propri soldi tende a non curarsene spesso delegando le scelte di investimento. L’assenza di consapevolezza è, a mio avviso, il primo nemico da combattere e l’arma più efficace è quella dell’educazione. Non solo dei giovani, ma anche dei loro genitori”.

* La “Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio” costituita su iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana è una persona giuridica di diritto privato, senza scopo di lucro, che persegue scopi di utilità sociale promuovendo l’Educazione Finanziaria, nel più ampio concetto di Educazione alla Cittadinanza Economica consapevole e attiva, per sviluppare e diffondere la conoscenza finanziaria ed economica.

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