L'opinione — 28 gennaio 2014

di Davide Ciliberti

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Ma chissà qual è il motivo per il quale la nuova Ferrari da formula uno è stata ribattezzata Fiat (F14T)? A pochi giorni dalle dichiarazioni di Marchionne che ci ha finalmente confortato sul fatto che l’Alfa Romeo, la cui brand reputation è ancora molto forte – soprattutto negli USA – tornerà ad essere Alfa anche sotto il cofano (cui invece albergavano generici motori Fiat), Montezemolo invece pare guidare in retromarcia.

Lasciamo perdere l’alibi che il nome l’ha scelto il pubblico, visto che la rosa da votare l’ha decisa la Casa.
Cioè, se c’èra anche un’opzione Tafazzi qualcuno, magari in molti, l’avrebbero votata.

Ferrari è la migliore sintesi del massimo del made in Italy. Tecnologia, innovazione, vittorie…. Se invece dici Fiat, posto che all’estero qualcuno possa “bramare” una Cinquecento, quali immagini stimoli? Cigolii, rumorini (ci hanno peraltro fatto pure una campagna pubblicitaria), pezzettini che vengono via… eccetera, eccetera.  E’ una Fiat si diceva…
E, purtroppo,  ancor si dice.

Cosa quindi dobbiamo aspettarci di ascoltare – soprattutto dai tedeschi in tribuna – se alla Ferrari in gara, come normale, si dovesse staccare, chessò,  un alettone o finire in panne…? “Vabbè…ma che pretendi è una Fi4t”?

Non si dica che nessuno in azienda l’aveva notato. Oppure i marketing del Gruppo hanno orchestrato tutto calcolando un sicuro beneficio per entrambi i brand?
Qualche dubbio in merito sia concesso…

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